Mathildis a Piazzola – Bibbiano 2015
Circolo Arci Fabrizio Tosi
Domenica 5 luglio un grande evento culturale nella frazione bibbianese di Piazzola. Il circolo Arci “Fabrizio Tosi”, con il patrocinio dell’amministrazione comunale, ha organizzato un viaggio collettivo tra il reale, il sogno, il ricordo. Un’avventura all’interno di una terra, a scoprire una donna, Matilde, e ciò che rimane di questa sua parte di regno. Il pubblico presente sarà accompagnato in questo viaggio e ne farà parte, grazie ad uno spettacolo teatrale itinerante per immagini, visioni, parole narrate e suoni. La vita di una “regina” raccontata attraverso la sua terra, le sue gesta, i suoi muri, i suoi cieli: nello spazio di Piazzola, nello spazio del tempo di un giorno, un giorno di regno. Si tratta di un evento da non perdere realizzato grazie alla partecipazione degli abitanti di Piazzola, degli studenti dell’Istituto “Silvio D’Arzo” , è previsto un centinaio di comparse, tutti coordinati dalla Compagnia LA 211 R, Amletica Calcestruzzi Teatro, I tronchi dell’Enza Immagini, Teatro Granero. Durante tutta la manifestazione, che durerà circa sei ore a partire dalle 17, sarà garantito il funzionamento di due punti ristoro, con pane rigorosamente cotto nel forno a legna, come una volta, e succulenti piatti matildici. Musica e buon vino saranno cornice degna dell’evento.
Un opera teatrale che ha avuto come palcoscenico il territorio agreste vivo e vegeto di Piazzola e mai, a memoria d’uomo, si sentirono voci così antiche riecheggiare di dolore, di vero tormento alla vita, un supplizio terrestre così angosciante e tetro quasi allo stato limite dell’allucinazione che ha visto coinvolti non solo i giovani attori ma anche ed a pieno titolo gli spettatori convenuti anche loro veri e propri coprotagonisti che hanno unito involontariamente il loro vivo “pathos” derivante dalle conseguenze di un vero e proprio forno solare asfissiante, a tratti infernale e di potente arsura che nel dipanarsi della tragedia di Mathilda ha senza ombra di dubbio contribuito a pieno titolo a dare all’opera quel compimento perfetto di cui ogni regista serba in sé, nascosto nell’intimo della propria anima, forse in un’ideale confusione del confine umano tra la follia e la realtà. E’ così che il grande regista reggiano Oreste Braghieri ha saputo dare, dando il meglio di sé, per tenere le briglie dell’anima dei suoi spettatori in quel suo narrare ermetico ma appassionato della sua commedia tragica.
Certe scene mai più potranno cancellarsi dalla nostra ferrea memoria in cui i luoghi si sono uniti ai soggetti creando così un un tutt’uno che ha avulso, in ciascuno di noi, il corpo e l’anima e forse l’ unico vero difetto teatrale che è mancata paradossalmente la realtà delle cose! L’angoscia e la sofferenza si sono unite restituendo un aspetto alquanto inedito di una donna “moderna” proiettata in un mondo troppo ancestrale per le sue idee e forse l’hanno finalmente tolta da quel quadro leggiadro di femmina potente e sicura di sé lasciando emergere invece quell’incubo della vita che solo sorella morte, prendendola a sé, finalmente per dare quella pace che noi umani vogliamo sognare eterna e serena. Ma Oreste ha anche portato giustizia a tanta gente di quel popolo di allora affamato e stracciato da tanta povertà al limite della sopravvivenza, miserabile dove l’ignoranza generava solo folletti e demoni figli di un’allucinazione determinata dalla fame e che Primo Levi riuscì a narrare così bene dai lager nazisti di “Se questo è un uomo”. Alla fine l’applauso davvero liberatorio dato all’unisono di tutti gli attori e degli spettatori che forse ignari della presenza di Maria Antonietta Centoducati “Mathilda 2015” che noi intendiamo di voler pensare che davvero è stata mandata dal Tempo per verificare che la verità della Storia venne assai rispettata…ma di questo non ne potremo mai di sapere….
giangiacomo papotti