Alessandro Cervi
Alessandro Cervi
Nella foto di gruppo: partendo da dx il secondo è Mauro Cervi mentre la madre Del Rio Sandra è la quarta seduta. Il resto sono gli amici dell’Arci di Piazzola di Bibbiano. Alessandro Cervi è nella foto da solo e l’altra è il suo disastrato ginocchio.
Ciao Giacomo
Quel dannato 31.03.2015 marchiò il destino in modo indelebile di Alessandro Cervi classe 1990 che si ritrovò fuori da quell’inferno di lamiere dopo due ore e mezzo di febbrile e tenace lavoro da parte dei Vigili del Fuoco. Passarono poi dodici giorni di sospensione alla vita cosciente, per via del coma farmacologico, mentre la mamma ed il papà assieme alla sua sorella lo accompagnarono, minuto per minuto, con la loro voce costante per – riprenderselo – con tutto quell’amore di cui solo una famiglia unita è capace di dare pur di strapparlo all’eterno destino. Non è una favola molto lontana da noi, è proprio qui una storia di Val d’Enza di quelle della porta accanto, di quelle che meritano di essere narrate proprio come le fiabe perché alla fine, davvero – Alessandro è qui oggi in mezzo a noi a raccontarcela con tutto il suo slancio e tutta la sua grinta dei ventenni! “Non mi ricordo nulla di quei primi venti giorni” ci dice Alessandro “nemmeno il dolore, nonostante le fratture all’anca, la demolizione del mio ginocchio, zigomi, ematomi e quant’altro, che adesso non ricordo più ma oggi ha distanza di oltre un anno dai fatti mi sento in obbligo ed in dovere morale di ringraziare in modo aperto e sincero tutte quelle persone che ho conosciuto tramite quelle “sacche di sangue rosso” che davvero mi hanno concesso la vita, sì la vita perché diversamente oggi proprio non sarei qui a raccontarlo perché in quelle dannate lamiere che assurdamente mi stringevano e non mi mollavano più stavo declinando inesorabilmente alla mia vita, quella mia vita colorata fatta dai miei amici e dalla mia ragazza, fatta con mio papà a lavorare con lui e la mia mamma che da lontano ci vede, assieme alla mia sorella, andare via serenamente per poi tagliare drammaticamente verso quella assurda, ma dannatamente reale telefonata di marzo”. Riprendiamo un attimo il fiato perché se ne percepisce tutta la tensione emotiva. In quelle ore l’Italia venne spezzata in due perchè il tutto avvenne sotto la galleria “Fornaci” dell’autostrada dei Fiori in Liguria tra Savona e Spotorno, Il furgone condotto dal papa Mauro Cervi classe 1965 andò a tamponare un tir assurdamente bloccato in quella galleria. “Voglio anche ringraziare tutto il numeroso personale medico e paramedico che ho incontrato e sto incontrando nel mio calvario di riabilitazione. Oggi stò aspettando dei legamenti da “cadavere” per il mio ginocchio e sono in lista d’attesa che dovrebbe avere una durata di circa un anno e vorrei davvero che tanti giovani aderissero all’associazione italiana “Aido” in modo tale da poter rendere il mio paese più civile e sensibile verso queste tematiche”. Alessandro Cervi
Giangiacomo Papotti