60°anniversario di Don Carlo Gnocchi
60°anniversario di Don Carlo Gnocchi
Bibbiano on line Val d’Enza Protezione Civile
queste mani che s’incontrato quasi come i destini, sempre casuali…ma forse questa volta no, non è casuale questa unione…eravamo nel lontano 1943 in gennaio – a Nikolajewka – a duemilasettecentosessantatre chilometri dal caldo del tuo focolare di casa a – 50 gradi sottozero e dove il vento della steppa volentieri infieriva sulla tua viva pelle e all’improvviso, quello stesso destino già citato, ti prende il braccio destro mentre eri già in ginocchio nella neve e tu intravedevi la mamma che ti sussurrava “…ti voglio bene Luigino, non te lo dimenticare mai…” e di strada davvero tanta ne avevi fatta per tornare a quel focolare…Eppure Daniele non ha capito la lezione di storia della sig,ra maestra ma perché mai la devo studiare questa storia, che è già passata, che non torna più, che è inutile…Eppure questo è il miracolo dell’Umanità che in quelle mani che s’incontrano ci stà tutto il passaggio dell’esperienza della vita vissuta verso quella da vivere e non importa se è stato solo un attimo fuggente quell’alone di colore strappato al grigio del tempo passato, quella luce rimane lì a testare il passaggio memoriale. A noi adulti però la responsabilità morale di saper cogliere questa luce in Daniele e di instradarlo verso il bene ed il giusto, verso i valori della democrazia e della libertà. A noi non solo la speranza di aver speso bene i talenti della Storia ma la certezza che quegli ideali sono idee “perfette”, che non possono mai morire perché sono espressione della “ragione umana” nell’estrema sintesi delle esperienze umane. Tutta enfasi buttata al vento! No, è una certezza perché se così non fosse oggi sulla madre terra non rimarrebbe nemmeno un alone di traccia del passaggio degli umani… A ricordo del 60° anniversario del beato Don Carlo Gnocchi a Montecchio nell’Emilia. 5.giugno.2016 . 60°anniversario di Don Carlo Gnocchi
Davvero la folla delle grandi occasioni che ha visto a Montecchio Emilia questa domenica mattina 5 Giugno il taglio del nastro, che ha inaugurato il complessomonumentale che da un lato è stato onorato dall’effige
del Beato Don Carlo Gnocchi (Lodi 1902- Milano 1956) cappellano militare degli Alpini nella 2a Guerra Mondiale che nell’anno 1955 era proprio venuto personalmente per ricordare il suo grande amico il Generale Luigi Reverberi (Cavriago 1892 – Milano 1954) che allora viveva proprio a Montecchio Emilia. Mentre dall’altro lato rappresenta una stele metallica raffigurante un’antenna di radiocomunicazione che è l’emblema della locale
associazione di Protezione Civile “Val d’Enza Radiocomunicazione” il tutto creato dall’estro dell’architetto Alfredo Capovani montecchiese, A rappresentare le istituzioni Gianmaria Manghi presidente della Provincia di Reggio nell’Emilia, il sindaco di Montecchio Emilia Paolo Colli e di Cavriago Paolo Burani e il vice-sindaco di Bibbiano Paola Delfina Tognoni. Diverse anche le associazioni sia dell’Ana (Associazione Nazionale Alpini) sia di Protezione Civile con anche la presenza del Coordinamento di Protezione Civile reggiano. Erano presenti diverse figure rappresentanti il mondo clericale con diversi sacerdoti tra cui Monsignor Angelo Bazzani presidente della fondazione Don Gnocchi
. Molto commovente l’intervento dell’alpino Luigino Ugolotti classe 1922 reduce sopravvissuto alla tragedia di Nikolajewka in cui perirono migliaia di italiani e che proprio grazie al Generale Reverberi Luigi riuscirono a sfondare l’accerchiamento dei russi e riportarsi cosi a casa sani e salvi. “E’ stato un grande lavoro di squadra” ci dice Erio Fioroni classe 1935 capo gruppo della sezione Ana di Montecchio nell’Emilia “che ha visto coinvolta tutta la cittadinanza montecchiese, nessuna istituzione esclusa ed oggi chi passerà per quella rotatoria vedrà per sempre ciò che di buono ha fatto nella vita Don Carlo Gnocchi“. Infine ci dice Luca Ferrari classe 1983 presidente della associazione di protezione civile “Val d’Enza Radiocomunicazioni” “Quando venne richiesta la nostra collaborazione da parte degli alpini nella realizzazione di questo complesso monumentale, fin da subito abbiamo aderito senza indugio perché sappiamo bene quale sia la qualità, la caparbietà e la voglia di fare del bene che hanno loro nelle vene. Non è infatti casuale che la sede della protezione civile a Montecchio Emilia sia condivisa con la sezione locale dell’ANA. È stata per noi fonte di gioia, la richiesta di stare al loro fianco in quel luogo che è diventato ora sacro”
Giangiacomo Papotti