Fabbricò le chitarre di Celentano e Guccini
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Da venerdì 11 a domenica 13 aprile, Cavriago (Reggio Emilia) dedica un weekend a uno dei suoi più famosi cittadini. Il liutaio è diventato famoso per aver creato gli strumenti che poi sarebbero stati suonati dai più grandi artisti del pantheon della musica beat.Nella sua fabbrica non si forgiavano unicamente strumenti dal suono cristallino; si ideavano eclettici e ricercati oggetti di design. Le chitarre di Wandrè sono state imbracciate dai più grandi artisti del pantheon beat, e non solo, nostrano. Fu lui a costruire la prima chitarra elettrica di Adriano Celentano, l’unica mai usata da Francesco Guccini e quelle più care ai Nomadi. Ma le chitarre di Wandrè furono suonate anche da grandi leggende rock d’oltreoceano, da Ace Frehley dei Kiss a Buddy Miller fino a Frank Zappa. Ma per arrivare a tanto Wandrè ha dovuto faticare e, almeno in vita, senza essere adeguatamente ripagato. É nel 1957 che Wandrè torna a Cavriago. Fu in quell’estate che iniziò la produzione degli strumenti musicali Wandrè. In pochi mesi passò dalla fabbricazione di contrabbassi classici a quella di modelli radicalmente innovativi per linea e tecnica. Anche il music center Davoli di Parma fece fare i contrabbassi elettrici, una rivoluzione per l’epoca (1970) , ne esiste uno nel negozio di Parma. Oltre al suono particolare e molto personale i suoi strumenti adottavano soluzione tecniche e costruttive “strane” o “estreme”, ad esempio la Cobra aveva un manico in alluminio – o meglio in duralluminio – che nella Krundaal non era raccordato alla cassa ma appoggiato e fissato con una grande vite e una cerniera che permetteva la regolazione dell’angolazione.