Bibbiano – una colonna di fumo nera
In un tranquillo pomeriggio agostano mentre mi avvicino al mio ufficio comincio ad intravedere una pesante colonna di fumo nera ma non vedendo dei movimenti chissà perché siamo portati a sottovalutare le situazioni ma appena fatta la rotatoria intravedo Davide Aguzzoli che mi fà arrestare sbracciando a più non posso. Ed è allora che capisci che davvero non sei nella solita esercitazione antincendio di rito ed il vero “patos” assieme all’adrenalina ti percorre in un baleno fulmineo l’intero tuo corpo all’istante e ti agghiaccia nonostante i 39° gradi di calore agostano nel momento in cui senti un urlo agghiacciante che squarcia l’irreale silenzio “aiuto sono chiuso qua dentro!”. Non mi era mai successo prima d’ora nella vita una cosa simile ed è allora che risenti quelli parole allora all’apparenza noiose del tuo istruttore che ti invita a stare calmi e a ragione con freddezza. Allora d’incanto ti accorgi davvero quanto siano stati utili quei percorsi formativi e quelle simulazioni in esercitazione di Protezione Civile. Infatti in sequenza perfetta assieme al compagno Davide Tango 41 dell’associazione di Protezione Civile “ Val d’Enza Radiocomunicazioni” ci siamo divisi i compiti in perfetta sincronia nonostante l’uomo che ti urla il suo bisogno dannatamente immediato. I tre eroi si sono attaccati al dannato portone, chiuso dall’interno, per aprirlo e nel momento in cui si apre non sai mai cosa può succedere nel momento in cui all’incendio gli arriva la linfa vitale: l’ossigeno. Cose peraltro già viste nei vari film dei “Fire Men”. Ecco ripensando a quei momenti in cui l’umano decide in libero arbitrio di entrare o meno in quel fumo nero pesto non sapendo a cosa davvero và incontro. Bravi ed eroi davvero!
Poi chiamo il 112, illustro i dettagli dello scenario, si sgombra il campo dalle persone e dagli ostacoli, si và a gestire il traffico che si è reso caotico tra le macchine maledettamente parcheggiate e chi rallenta perché deve guardare, sento le sirene in lontananza che finalmente arrivano, ma poi tutta la mia attenzione và al momento in cui vedi l’uomo che esce da quel fumo nero pesto e che ti viene incontro a braccia aperte con movimenti lenti ed il corpo annerito. Per un attimo interminabile socchiudo gli occhi pensando a quanto brucia il calore sulla pelle ed il ricordo mi và subito a quelle immagini indelebili di quella povera bambina vietnamita nel famoso filmato documentario americano che cammina sotto al sole dopo essere passata sotto ad una dannata bomba “napal”.
Appena arriva il camion dei Vigili del Fuoco mi avvicino correndo e batto sulla portiera e gli urlo “c’è il cane ancora dentro!”. E si non bastava l’uomo ci voleva anche Tito che alla fine è stato il vero eroe della situazione perché con la sua abbaiata insistente ha svegliato il suo padrone e davvero nella immagine se ci fate caso vedrete quella sua zampetta sul ginocchio di Lonis, quasi volesse rimarcare, se mai ce ne fosse bisogno, il suo modo di abbracciare l’umano e allora adesso davvero mi scappa una lacrima rivedendo questa tenera immagine…
Giangiacomo Papotti