I comici sardi contro la malattia della SLA
I comici sardi contro la malattia della SLA
I comici sardi contro la malattia della SLA
“Io, malato di Sla a soli 19 anni. COMICI SARDI UNITI . Per la prima volta tutti i comici Sardi si sono uniti per un grande progetto sociale, raccogliere fondi per la ricerca sulla SLA (schlerosi laterale amiotrofica) per un’associazione nazionale
Un progetto nato, ideato e prodotto da CHRISTIAN LUISI che si è avvalso della collaborazione di Nicola Cancedda e Soleandro che hanno composto il brano. “Volevamo una canzone che non fosse triste e strappalacrime ma che facesse comunque riflettere sulle condizioni degli ammalati – spiega Christian – con un motivo orecchiabile”. Una volta composta e registrata, “Per chi non lo Sla”
Una parte del ricavato è andata alla fondazione #IostoconPaolo, dedicata al ragazzo italiano più giovane malato di Sla. Che ha avuto un’idea geniale e commovente: un tampone per far rivivere agli ammalati più gravi, alimentati con il sondino, il gusto e i sapori dei cibi. All’appello di Christian e del suo gruppo hanno risposto quasi tutti: dai comici ‘nazionali’ Marco “Baz” Bazzoni e Pino & gli anticorpi – star del programma televisivo Colorado – a Benito Urgu e i Tenorenis, fino a quelli più ‘locali’ Giuseppe Masia, Alvin Solinas, Francesco Porcu, Marco Piccu, gli Amakiaus, Daniele Contu, Nicola Cancedda e Soleandro, che hanno scritto il testo della canzone. È nato così “Sapori a colori” un libro che Paolo ha scritto a quattro mani con lo chef Luigi Pomata che contiene ricette basate sulla cucina molecolare, che possono essere omogeneizzate senza perdere l’essenza del gusto. Non solo, Paolo ha creato e brevettato un tampone capace di far riscoprire i sapori anche agli ammalati più gravi che sono alimentati con il sondino. Lo strumento ha permesso di far rivivere gusti ormai dimenticati e il video della ‘prima volta’ dei pazienti che l’hanno testato è un’emozione continua. Il filmato è stato trasmesso durante la trasmissione Rai “La vita è una figata” presentata dall’atleta parolimpica Bebe Vio.