progetto “Officine Reggiane: un archivio vivente 2019
Uccelli Pietro detto Piero classe 1920.
progetto “Officine Reggiane: un archivio vivente 2019
Ha preso corpo il progetto “Officine Reggiane: un archivio vivente” dalla volontà di Istoreco, la
compagnia MaMiMò e Spazio Gerra in collaborazione con il Comune di Reggio Emilia e Fondazione I Teatri. Tra queste memorie viventi anche quella del nostro cittadino bibbianese Franco Uccelli che ha voluto portare la propria testimonianza a ricordo dello scomparso padre Pietro Uccelli detto Piero classe 1920. Infatti il 26.agosto.1938 venne assunto dalle “Reggiane”. Allora aveva 18 anni e certamente non avrebbe mai potuto nemmeno immaginare che da lì a poco (14.01.1941) la sua vita si sarebbe presentata con tutta la sua violenza determinata dalla II Guerra Mondiale e con essa anche la prigionia in Germania. Il figlio Franco rivive i suoi insopprimibili dolori di una fanciullezza che si unisco all’unisono con quei dolori del papà e della
sua mamma nella loro troppo violentata esistenza determinata dai tragici venti di guerra. Vi mostriamo in anteprima qualche scatto della sua testimonianza che vedremo presto unita a quelle di tanti altri testimoni che lavorarono per questa imponente macchina produttiva reggiana. Franco ci ha ricordato che anche nelle più miserevoli condizioni umane suo padre rifiutò la sottoscrizione del patto con il nazi-fascismo sapendo bene che lo aspettavano i campi di lavoro in germania e con essi tutta la paura fondata su un futuro posto al buio dove sì, vi era una flebile luce di speranza, ma era solamente quella di una foto struggente dei suoi cari. Il Destino volle premiarlo e tutti si tornarono ad incontrare come avviene proprio nelle più belle favole…
giangiacomo papotti
REGGIO EMILIA. La storia di migliaia di lavoratori a disposizione della città. Nella sede di Istoreco in via Dante 11 il Polo Archivistico di Reggio Emilia ha inaugurato la nuovissima sezione dedicata ai fascicoli del personale delle ex-Officine Reggiane, in un momento pubblico coordinato dai curatori, gli storici Massimo Storchi e Michele Bellelli.