Gattatico-dibattito sull’emergenza 2015
Fare il volontario di Protezione Civile
Le amministrazioni pubbliche non possono più reggere la pesantissima situazione in caso di calamità naturale ci dice il sindaco del comune di Praticello di Gattatico Gianni Maiola. Questo accorato appello è andato in onda martedì sera 10.03.2015 presso la Sala del Consiglio Comunale. La serata pubblica “Come gestire l’emergenza – competenze ed interventi in caso di calamità naturali” con la partecipazione del Presidente del Coordinamento di Protezione Civile di Reggio nell’Emilia Volmer Bonini e di Cristina Caggiati Comandante della Polizia Municipale “Unione Val d’Enza “ responsabile della Protezione Civile “Val d’Enza” . E’ stata rievocata l’ultimissima calamità che ha andata in onda nella immemorabile nevicata ultima scorsa che ha visto come ancor oggi, nonostante le energie spese in direzione della prevenzione, soccombere il nostro territorio per qualche decina di centimetri in più rispetto alla media statistica e allora ecco l’energia elettrica sparire per diversissime ore lasciando tutti quanti smarriti e intimoriti da tanta violenza della natura. “Anche noi siamo rimasti spiazzati “ ci dice il Comandante Cristina Caggiati “perché anche i sistemi di rete mobile sono andati pesantemente in crisi e noi non eravamo più in grado di comunicare tra di noi e di conseguenza neanche con le altre forze in campo e si renderà necessario provvedere nel merito”. Che fare? Le idee presentate sono state davvero tante ad esempio è emerso che si rende necessario irrobustire le file dei volontari specialmente quelle generazioni più giovani che sembrano rifuggire dalla responsabilità civile e allora è necessario portare le informazioni nei luoghi dove si possa educare, si possa insegnare e quindi ancora una volta il ruolo fondante delle scuole di ogni ordine e grado. “Fare il volontario di Protezione Civile” ci dice il Presidente del Coordinamento Volmer Bonini “non è nè semplice né immediato perché si rende necessario far fare un percorso formativo che dà quello spessore, quel “saper fare” che solo l’istruzione specifica unita alle prove pratiche ci restituiscono quel volontario che è consapevole dei rischi al quale và incontro sia nei confronti del salvato che del salvatore. Diversamente il rischio è di trasformare il salvatore in salvato e così non si và da nessuna parte”. Alla serata erano presenti diverse associazioni di volontariato quale la “Croce Bianca”, “Val d’Enza Radiocomunicazioni” ed altre ancora.
da Giangiacomo Papotti