“Io sono libero”Bibbiano Libero Grassi
immagine di Alfredo nipote di Libero Grassi a Bibbiano
“Io sono libero”Bibbiano Libero Grassi
Il film è andato in onda lunedì sera 29. Agosto 2016 nei canali della Rai a ricordo dell’uccisione di Libero Grassi. Ci sono delle menti che non possono essere mai confinate perché in esse esiste solo la parte cognitiva, solo la parte della “ragione”. In queste menti esiste, si la paura, ma essa non può mai prevaricare la conoscenza e allora davvero la morte è solo un accidente, un passaggio inequivocabile umano e non è certo qualche anno più di vita che può prevalere sulla purezza delle proprie idee. Si libertà è una parola bellissima che è riservata a pochissimi eletti: agli “Eroi”. Ed ecco come le storie umane si ripetono e allora mi viene in mente come venne ucciso il grande scienziato siciliano Archimede (Siracusa,287 a.C. circa – Siracusa, 212 a.C) « Ad un tratto entrò nella stanza un soldato romano che gli ordinò di andare con lui da Marcello. Archimede rispose che sarebbe andato dopo aver risolto il problema e messa in ordine la dimostrazione. Il soldato si adirò, sguainò la spada e lo uccise.». Così ha fatto la maffia nella becera totale sua ignoranza (sia dei dominatori sic sia dei dominati) lo ha banalmente ucciso così come ha fatto la città di Palermo nell’averlo lasciato solo a sé stesso… Ecco invece come a Bibbiano abbiamo voluto scientemente dedicare il suo nome a una piazza pubblica ed i posteri bibbianesi prima o poi incocceranno in questo cartello stradale a memoria dell’esistenza di Libero Grassi. Ecco allora che si prospetta l’immortalità della propria vita proprio così come ancor oggi, a distanza di oltre 2000 anni, si ricorda l’esistenza di un grande siciliano come Archimede. “Io sono libero”Bibbiano Libero Grassi. Nella bellissima immagine l’Bibbiano Libero Grassi. giangiacomo papotti
Libero Grassi da wikipedia (Catania, 19 luglio 1924 – Palermo, 29 agosto 1991).Dopo aver avuto alcuni problemi con la fabbrica di famiglia, viene preso di mira da Cosa nostra, che pretende il pagamento del pizzo. Libero Grassi ha il coraggio di opporsi alle richieste diracket della mafia, e di uscire allo scoperto denunciando gli estorsori. I suoi dipendenti lo aiutano facendo scoprire degli emissari. Il 29 agosto del 1991, alle sette e mezza di mattina, viene freddato a Palermo da quattro colpi di pistola su un marciapiede mentre si reca a piedi al lavoro. In una lettera pubblicata sul Corriere della Sera il 30 agosto 1991 aveva affermato che «l’unico sostegno alla mia azione, a parte le forze di polizia, è venuta dalla Confesercenti palermitana»[2]. Alcuni mesi prima il Giornale di Sicilia, aveva pubblicato una sua lettera[3] sul rifiuto di cedere ai ricatti della mafia.