UN’OASI A MONTECCHIO Emilia
UN’OASI A MONTECCHIO Emilia
CGEV di Parma, GGEV di Reggio Emilia e la Consulta Ambientale promuove tre appuntamenti per scoprire i tesori naturalistici del territorio, ancora poco conosciuti.
UN’OASI A MONTECCHIO Emilia
Sabato 21 maggio – ore 11
Con il supporto di Fabio Simonazzi della Pro Natura Val d’Enza e della famiglia Gilli
Visita di classi delle scuole elementari all’Area di Riequilibrio Ecologico “Sorgenti Enza” in via Gondar.
Sabato 21 maggio – ore 18
Nella sala della Rocca del castello medievale, presentazione da parte di Massimo Salvarani (GEV Parma)
dell’OASI ENZA e dello straordinario patrimonio naturalistico che custodisce.
Domenica 22 maggio – ore 9.30
Ritrovo al Parco Enza e visita nel cuore dell’OASI accompagnati da Massimo Salvarani (GEV Parma).
La storia. Ma l’area delle “Sorgenti Enza” è anche una preziosa testimonianza del lavoro dell’uomo. Da queste sorgenti provenivano le acque che, a partire dal 1885, dissetarono per molti decenni la città di Reggio, grazie all’acquedotto Levi che fu forse la prima opera ingegneristica “moderna” del territorio. I pozzi di Reggio,
in condizioni disastrose, avevano favorito le epidemie di colera. Ulderico Levi, di facoltosa famiglia ebraica, decise di stanziare una somma enorme, che venne portata da 150.000 fino a 463.000 Lire, per donare alla città un acquedotto. Gli studi di Pellegrino Spallanzani, illustre chimico della “Scuola Zootecnica e caseificio” fiore all’occhiello dell’agricoltura reggiana, pioniere dello sviluppo dell’industria del Parmigiano2Reggiano, dimostrarono che le acque più adatte da portare a Reggio erano quelle dell’Enza ed in particolare quelle delle falde sotterranee del torrente, particolarmente abbondanti presso Montecchio. Nel 1881 venne firmato l’accordo con la società Galopin2Sue2Jacob di Savona, che realizzò, con la tecnologia superiore di cui disponeva da qualche decennio all’estero, l’acquedotto della città ligure oltre a quelli di Ancona e Bergamo. Per problemi tecnici e societari alla suddetta società subentro la Societè Metallurgique Lyonnaise. Questo fatto fece ritardare notevolmente i tempi di realizzazione e levi si fece carico personalmente dell’aumento dei costi tramite un lascito di 60.000 Lire al Comune di Reggio. I lavori terminarono nel 1885. I cinque pozzi di Montecchio (ne venne scavato più tardi un sesto), di portata prevista in 20 litri al secondo, davano in realtà oltre 37 litri di buona acqua potabile. Una conduttura di cemento portava le acque dei pozzi da Montecchio al serbatoio di raccolta di Codemondo, dove una tubazione in ghisa lunga 7 Km le conduceva a Reggio. il pensionamento definitivo dei pozzi risale alla fine degli ani ’60.