TORTA FRITTA PARMIGIANA
Quello che si vede in foto è uno splendido cestino di TORTA FRITTA PARMIGIANA.
Sia chiaro che il peggior spregio che un NON ATTENTO commensale le può attribuire è quello di confonderla col reggiano gnocco fritto, che nulla ha a che fare con l’autentica TORTA FRITTA PARMIGIANA. Chiariamo una volta per tutte come si gusta questa meraviglia originata da quella che era la cucina povera parmigiana. Sostanzialmente due sono i segreti per gustare la torta fritta. 1°) Va consumata caldissima, appena uscita dalla padella. Dopo 10 minuti è già scadente. 2°) Deve essere non asciutta, ma asciuttissima dall’olio di frittura. I bravi cuochi la passano anche nella carta assorbente. I pezzi saranno piccoli, la pasta sottile di un bel giallo dorato: se sono scuri, grossi e spessi buttatela! Deve essere friabile, (se è fredda o comunque addentandola occorre stiracchiarla buttatela); deve sciogliersi in bocca, saporita ma non salata. Mai farle mancare l’abbinamento con un eccellente salume a cui nella bocca cederà il suo calore. Ideale il culatello, ma molto bene il prosciutto di Parma, ovvero altri salumi tagliati finemente specie se con un filo di grasso tali che il calore ne esalterà all’ennesima potenza le migliori qualità. Mai abbinarla ad un vino fermo. Un Gutturnio leggermente frizzante, ovvero un Lambrusco fanno della Torta fritta e salume un antipasto ideale. E per favore: basta confonderla e chiamarla come il reggiano e neppur lontano parente Gnocco Fritto. (Copyright : Tiziano Testi).