Vasco Ascolini Maison de la Photographie
LA MAISON 18, rue Frémy - 59000 Lille
Vasco Ascolini Maison de la Photographie
Exposition du 14 janvier au 19 février 2017, Lille
Vernissage le samedi 14 janvier à 11h – Entrée libre
Persistenze
Apertura Sabato 14 gennaio 2017 alle ore 11 – Ingresso libero
Il Fotografo sta scrivendo con il passato, sovrapposta all’immagine del momento materia di un presente che dimostra una resistenza. La fotografia naturalistica dice sempre la differenza, è strutturato sulla successione di tempo, vicino o molto lontano. Alcuni del suo linguaggio è intenzione indicale, che porta il mondo di cui non possiamo ignorare, l’appropriazione di una realtà che nella sua immagine futura si trasforma in ricordo, la memoria, la presenza sicura di esistenza.
Fotografare significa indicare per la connessione, chiudere, collegare tra soggetto e realtà,
mettendo in evidenza non solo la presenza, lo stesso stato della cosa (fenomeno sensibile che vogliamo mostrare), ma anche il modo in cui percepisce (sa).
L’immagine è un riflesso della situazione interna che crea cosa in chi vive nel watching. Fotografia, pertanto, non solo l’estensione dello sguardo, l’evoluzione tecnica di fedeli rendere reale e sempre diverso, unico per ogni individuo che fa la sua propria, ma anche tattile intenzione. Perché fotografia è quello di trovare l’aspetto delle cose, il caso di fare materialmente l’immagine portando l’oggetto in un’altra realtà, che mantiene l’eco della presenza e dimostra una stretta relazione.
Lo stile fotografico porta il soggetto ad un approccio necessario, successivamente, alla realtà; diventa il confine con l’immagine di un tempo che è già manifestata, e che mette in collegamento l’unicità della storia dell’autore con quella di ciò che viene stampato. La persistenza del passato Vasco Ascolini e un altro problema sulla natura intrinseca del mezzo. Ascolini fotografia evidenza di presenze lontane, le loro impronte, si riflette sul iconografia pittorica che cercano i limiti dei suoi mezzi di scrittura. Le sue immagini raccontano la stampa delle avanguardie storiche, la loro eredità a suo avviso. Nero così profondo sono il risultato della sua lunga esperienza come fotografo di scena Teatro Valli di Reggio Emilia, ma anche un riferimento alla presente simbologia e questa relazione le cose un po ‘di nature morte fiamminghe del tardo XVI e XVII in tono violenza Espressionismo. L’appello del frammento, rovinare le prospettive così attento a fare il preoccupante inviarci invece alla categoria batallienne del Informe, così cara ai surrealisti.
Quindi, una pedagogia visivo in cui sedimenti Ascolini prima del suo debutto come fotografo. Le espressioni di una cultura che ha guidato la sua immagine lifestyle, che non deve essere una visione, ma l’espressione del suo modo di penetrare la realtà.
Ascolini dice in grado di resistere al tempo, proprio attraverso un linguaggio definito e strutturato in materia di passato nella sua archeologia. Fotografare lasciti di antiche, le sue rovine, il suo degrado, diventa un modo di leggere questo e cercare di subliminer. Lo stile fotografico è sempre collegato al passato: si dice che ciò che è stato lasciando alla fantasia possibile. L’immagine fotografata indica una scelta, sottrazione, fissa i limiti in cui la cosa ha fatto un ritorno all’esistenza e narrativo. Questi confini fisici della fotografia, che escludono la presenza del resto del paesaggio in cui si trovava l’oggetto, lasciano spazio alla percezione di una presenza capillare, tra cui, per così dire, l’infinito. Ogni immagine così potuto dire molto di più, anche nella sua esclusione. Tutti la stampa non è l’unica cosa che era, che era vicino alla meta, ma il resto del non incluso nella realtà media, il tempo bloccato non vediamo ma che noi percepiamo. Ci si sente in un’immagine tutto il mondo.
Nella storia di Ascolini percepiamo la presenza di un tempo può portare segni un tempo prolungato oltre lo spazio dell’immagine, che è ancora nel suo silenzio in memoria delle rovine di storia. Egli riflette sulla storia che ci ha preceduto, è stato attratto dai suoi frammenti, il suo patrimonio, le sue pause; approccio tende a mettere il margine percezione del presente. Nelle fotografie di Ascolini non trovato contemporaneità, non ci sono tracce di presenze di vita, sembra quasi nessun indizio in grado di identificare il nostro tempo, il nostro momento storico. Ascolini di ricerca e ripristina una dimensione sospesa, immobile, un tempo mitico, a distanza, attraverso una scrittura fotografica a volte brutale, violento, pieno di vita, anche a immagine di assenza.
C’è anche un altro aspetto, meta-linguistica uno, che ci porta a riflettere sulla natura poli-semantica dell’immagine fotografica: per alcuni questo lavoro è apparso in altre ricerche. Viaggia all’interno dei suoi archivi, nel suo passato, ottiene e legge il Memoir